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“Il giorno in cui i ragazzi guarderanno ai grandi scienziati con la stessa ammirazione che riservano per i grandi musicisti ed attori, la civiltà farà un salto in avanti”. Sono le parole dell’illustre fisico teorico Brian Greene. Ma è davvero necessario che la nostra civiltà faccia questo “salto in avanti”? A quanto pare, se vogliamo preservare la vita, la risposta è affermativa. Se diamo uno sguardo alle complicanze nel lungo termine, ovvero fra circa cinque miliardi di anni, quando il nostro Sole si trasformerà in una gigante rossa e la Terra diventerà inabitabile, la fusione delle due diverse teorie su cui si basa la fisica moderna (la meccanica quantistica e la relatività generale) nella cosiddetta “teoria del tutto” sarà la scoperta chiave che consentirà ai nostri discendenti di trasferirsi su un altro pianeta simile al nostro [1].
Più pressanti, sono le gravi conseguenze del riscaldamento globale, alle quali noi, come genere umano, certamente sopravvivremo ma ciò già non è il caso per tante altre specie viventi. Gli effetti del cambiamento climatico stanno arrecando danni ad ecosistemi ed alle fondamentali attività umane in tutto il mondo. Sebbene la flora del nostro pianeta abbia aiutato a neutralizzare le emissioni antropogeniche (le piante hanno aumentato il loro tasso di crescita a causa di livelli atmosferici di CO2 sempre maggiori e hanno ridotto la loro re-emissione di CO2 durante la respirazione a causa di temperature sempre più calde), essa da sola non può più sostenere il pesante carico della nostra civiltà basata sui combustibili fossili.
Il livello di CO2 nell’atmosfera sta continuando a salire, dopo aver battuto il record di 400 parti per milione (ppm) nel 2015. Ad oggi, questo livello è già sufficientemente alto da causare un riscaldamento globale nel medio termine di più di 2°C rispetto ai livelli pre-industriali, che è il limite massimo stabilito nell’Accordo di Parigi [2]. Per questo motivo, una significativa riduzione delle emissioni deve essere associata ad un consistente prelievo di CO2 dall’atmosfera alimentato da energie rinnovabili.
Climeworks, un’azienda spin-off del gruppo Professorship of Renewable Energy Carries (PREC) del Politecnico di Zurigo (Svizzera), sta agendo da apripista nel campo del sequestro di anidride carbonica dall’atmosfera. Usando l’abbondante energia geotermica dell’Islanda come fonte rinnovabile, essi catturano CO2 dall’aria e la iniettano nel sottosuolo dove si trasforma in roccia a causa delle caratteristiche chimiche del terreno e della pressione [3]. Gli scienziati del PREC stanno sviluppando anche un altro modo sostenibile per utilizzare anidride carbonica catturata dall’aria trasformandola, con l’aggiunta di acqua ed energia solare, in idrocarburi sintetici che possono sostituire i combustibili fossili [4].
E’ necessario accelerare ed estendere le strategie di correzione suggerite dalla comunità scientifica, ed è necessario farlo adesso. Jem Bendell, professore di gestione della sostenibilità alla University of Cumbria (Regno Unito) ha recentemente comunicato che una catastrofe ambientale, che comporta un incremento nei livelli di malnutrizione, malattia, migrazione, conflitto civile ed internazionale, è già inevitabile nel breve termine (nei prossimi 10 anni) [5]. L’esperto afferma che è troppo tardi per definire ed adottare misure che considerino ancora genstibile l’impatto del cambiamento climatico sulla nostra società. Invece, egli propone un approccio di “profondo adattamento” in cui il collasso sociale non può più essere considerato evitabile e tre azioni devono essere incoraggiate: “resilienza” per resistere ai cambiamenti, “abbandono” di abitudini sbagliate, e “ripristino” di stili di vita a basso impatto ambientale.
Sebbene tutti concordino che un cambiamento di tendenza è necessario (eccetto un piccolo gruppo di negazionisti del cambiamento climatico, a volte anche molto potenti [6]) e le azioni da intraprendere siano chiare, come mai fra i 195 firmatari dell’Accordo di Parigi del 2015, attualmente solo Gambia e Marocco sono riuscite a mantenere le loro emissioni sotto il limite concordato di 1.5°C? [7] La causa alla radice del fallimento può essere attribuita alla natura volontaria dell’Accordo di Parigi, la quale implica che il raggiungimento degli obiettivi concordati non deve essere dimostrato. In tali circostanze, l’indifferenza, lo scaricabarile e l’incapacità della classe politica, in aggiunta a conflitti di interesse economico, causano enormi ritardi che rallentano la creazione e la realizzazione di politiche di attenuazione del cambiamento climatico.
![Figura 1. Il ciclo di scambio informazioni tra scienza e politica e i ritardi associati. Il processo legislativo basato su dati scientifici è un processo ciclico che include potenziali ritardi (in rosso) in ogni step, che possono ridurre l’impatto ultimo delle stesse politiche. Sebbene sia mostrata un interdipendenza ciclica, ogni ritardo può accadere indipendentemente dagli altri e prevenire ulteriore sviluppo. Il monitoraggio degli impatti delle leggi e feedback per nuove ricerche scientifiche (linee tratteggiate) sono processi molto incerti che potrebbero non solo coinvolgere ritardi, ma anche non accadere. Estratto dalla fonte [8].](/wp-content/uploads/2019/03/Figure-1.png)
Figura 1. Il ciclo di scambio informazioni tra scienza e politica e i ritardi associati. Il processo legislativo basato su dati scientifici è un processo ciclico che include potenziali ritardi (in rosso) in ogni step, che possono ridurre l’impatto ultimo delle stesse politiche. Sebbene sia mostrata un interdipendenza ciclica, ogni ritardo può accadere indipendentemente dagli altri e prevenire ulteriore sviluppo. Il monitoraggio degli impatti delle leggi e feedback per nuove ricerche scientifiche (linee tratteggiate) sono processi molto incerti che potrebbero non solo coinvolgere ritardi, ma anche non accadere. Estratto dalla fonte [8].
Al fine di frenare le palesi inefficienze all’interno del complesso processo legislativo basato su dati scientifici (vedi Figura 1), che stanno mettendo a repentaglio il raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi, si sta spingendo sempre più affinchè le politiche internazionali sul clima prendano il controllo sul sistema economico. Tuttavia, l’imposizione dall’alto di leggi ambientali che non prendano in considerazione le esistenti politiche locali e i fattori di spinta economica, rischia solo di produrre benefici temporanei o addirittura di arrecare danni ad altri settori. Data dunque l’improbabilità di separare la giustizia climatica da fattori di spinta economica, è necessario promuovere discussioni su un nuovo sistema economico centrato sul benessere umano ed ecologico. Un esempio emergente è il movimento “post-growth” che ha recentemente proposto all’Unione Europea (in un documento firmato da 238 studiosi) misure come l’introduzione di indicatori microeconomici alternativi al PIL, che prendano in considerazione anche l’impatto sul benessere umano e sull’uso delle risorse, oppure l’istituzione di un ministero per la transizione economica in ogni stato membro [9].
Oggigiorno, combattere il cambiamento climatico è una libera scelta e per questo motivo abbiamo urgente bisogno di leader che possano promuovere e innescare azioni politiche. Un esempio ispiratore è quello della giovane e carismatica attivista Greta Thunberg, la cui dedizione alla causa ha contribuito ad aprire gli occhi sulle conseguenze del cambiamento climatico e ha spronato migliaia di persone in tutto il mondo [10]. La storia di questa ragazza che ha avuto il coraggio di sfidare i leader mondiali nel richiamarli alle loro responsabilità, è un invito al risveglio dell’attivista che è latente dentro di noi.
C’è bisogno di più cittadini attivi (possibilmente adulti) per spingere i politici ad agire. Ognuno di noi può fare la differenza e se ci proviamo tutti insieme, avremo la possibilità di salvare il nostro pianeta dall’incendio. Per concludere (guardando il lato positivo), un evento cupo come la crisi climatica ha fatto accendere luci come Greta, che ci stanno offrendo un assaggio di quello che sarà il “salto in avanti” della nostra civiltà: un mondo in cui la salvaguardia della vita e della natura ha la priorità su ogni altra cosa.

Figura 2. La squadra di NEW-MINE incontra Greta Thunberg. In occasione del network-wide meeting in Stoccolma (8 Febbraio, 2019), la squadra di NEW-MINE ha espresso il suo supporto alle aziondi della coraggiosa sedicenne durante una sua protesta di fronte al parlamento svedese.
References
[1] The Physics of Interstellar Travel. To one day, reach the stars. Dr. Michio Kaku. URL: http://mkaku.org/home/articles/the-physics-of-interstellar-travel/ Accessed on 03.03.2019 [2] Saving the world with carbon dioxide removal. The Washington Post. URL: https://www.washingtonpost.com/news/theworldpost/wp/2018/01/08/carbon-emissions/?noredirect=on&utm_term=.5016e64e9629 Accessed on 03.03.2019 [3] The Tiny Swiss Company That Thinks It Can Help Stop Climate Change. The New York Times. URL: https://www.nytimes.com/2019/02/12/magazine/climeworks-business-climate-change.html Accessed on 03.03.2019 [4] Production of Solar Fuels. ETH Zurich. URL: http://www.prec.ethz.ch/research/solar-fuels/solarfuels.html Accessed on 03.03.2019 [5] The study on collapse they thought you should not read – yet. Dr. Jem Bendell. URL: https://jembendell.wordpress.com/2018/07/26/the-study-on-collapse-they-thought-you-should-not-read-yet/ Accessed on 03.03.2019 [6] Countries. Climate Action Tracker. URL: https://climateactiontracker.org/countries Accessed on 03.03.2019 [7] Trump on climate change report: ‘I don’t believe it’. BBC. URL: https://www.bbc.com/news/world-us-canada-46351940 Accessed on 03.03.2019 [8] Achievement of Paris climate goals unlikely due to time lags in the land system. Nature. URL: https://doi.org/10.1038/s41558-019-0400-5 Accessed on 03.03.2019 [9] The EU needs a stability and wellbeing pact, not more growth. The Guardian. URL: https://www.theguardian.com/politics/2018/sep/16/the-eu-needs-a-stability-and-wellbeing-pact-not-more-growth Accessed on 03.03.2019 [10] Greta Thunberg. Climate activist. TED. URL: https://www.ted.com/speakers/greta_thunberg Accessed on 03.03.2019About the author:
![]() Marco Gigantino is our ESR8. After studying chemical engineering in Italy and in the UK, he moved to Switzerland to start a PhD at ETH Zürich. He focusses on thermochemical storage of solar energy for the application of gasification of refuse-derived fuels (RDF). You can contact him at . Specifically for his Italian friends and family, he translated his blogpost ‘Environmental activists wanted’. |